04/06/2009
La Suprema Corte di Giustizia di Delhi ha evidenziato la propria preoccupazione verso la mancanza di pentimento degli imputati accusati di aver commesso delitti a causa della dote.
In un procedimento a carico di un imputato di nome Gulati, accusato di aver ucciso la propria moglie bruciandola con il Kerosene per una questione di mancata dote e che cercava di far passare il gesto come un tentato suicidio, il Giudice della Suprema Corte di Giustizia si è rivolto all’accusato con la seguente frase : "Hai bruciato a morte una donna versando su di lei kerosene. Come si può fare un tale atto con tanta barbaria? Si tratta di un atto atroce. Lei dovrebbe essere impiccato per questa criminalità ".
A Gulati era stato inflitto l'ergastolo dall’Alta Corte dello Stato del Punjab e cercava una riduzione di pena dalla Suprema Corte di Giustizia.
L’Avvocato della difesa cercava di far passare il caso come un atto di suicidio ma il Giudice ha asserito che: "Ogni volta che viene bruciata una sposa, tutti i mariti dicono che era un suicidio. Da un lato le donne sono considerate come una divinità mentre dall’altro lato vengono bruciate vive. Questo concetto è contro le regole di una società civile. Per questo noi della Corte non concederemo nessun sconto di pena.”
La defunta, Rajani, nella sua dichiarazione rilasciata prima di morire, ha accusato il marito Gulati, in complicità con il suo fratello maggiore di averla costantemente molestata e di averle versato addosso kerosene e dato fuoco nella loro casa. Per questo all’imputato è stato dato l'ergastolo.
In India, anche se il pagamento e l'accettazione della dote è illegale da oltre 40 anni, il fenomeno è ancora dilagante.
L’ingiusto ma fiorente sistema della dote, è stato messo sotto i riflettori quando una giovane sposa, nel 2003, ha fatto arrestare il proprio marito per le continue ingenti richieste di soldi alla sua famiglia.
Altre donne hanno pagato un prezzo molto alto, talvolta anche con la loro vita.
La legge del 1961 (modificata nel 1984 e 1986) che vieta il pagamento e l’accettazione della dote è raramente rispettata. Anche in caso di denuncia la polizia non può far nulla perché la maggior parte delle volte gli autori del reato scappano da casa senza lasciare tracce.
Secondo dati ufficiali, mediamente una donna indiana, si suicida ogni quattro ore a causa delle controversie della dote.
La National Crime Records Bureau (NCRB) elenca un totale di 2.276 donne che si sono suicidate nel 2006 a causa di controversie per la dote, che è una media di sei al giorno.
La rivista medica britannica The Lancet ha recentemente confermato che migliaia di giovani donne, soprattutto nella fascia d'età fra i 15 e 34 anni, vengono uccise ogni anno dal "fuoco".
Il "fuoco" di cui si parla nell’articolo è per lo più dovuto a palesi abusi domestici. "Gli abusi domestici sono un problema serio in India. Le donne, a volte, vengono uccise bruciate a causa delle controversie per la dote, e le loro morti sono accreditate come incidenti di cucina " Tali decessi sono di circa 100.000 all'anno.
Kumari che nella città di Delhi ha la gestione di un Centro di accoglienza per le donne vittime di violenza spiega che "La maggior parte delle volte le donne sono torturate per spremere più soldi alle loro famiglie, e, in casi estremi, vengono anche uccise. Inoltre, il marito è libero di risposarsi e di ottenere un’ altra dote ".
Per le famiglie che hanno ragazze da sposare, la dote è divenuta un onere insopportabile.
Le donne incinte sono sottoposte a test per determinare il sesso del bambino, e, molto spesso, se sono feti femminili si ricorre all’aborto.
Estratto e tradotto da : http://infochangeindia.org/ - giugno 2009
Source: The Hindu, June 2, 2009
The Telegraph, June 2, 2009