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India- A Mumbai e nelle grandi città rischiano di scomparire i venditori ambulanti

 

17/04/2009

 

I venditori ambulanti, circa 10 milioni,fanno parte del colore dell’ India. Essi hanno dato fascino ai luoghi, agli odori ed ai suoni che hanno ispirato tantissimi scrittori stranieri che hanno descritto l’India.
Essi producono il colore dell'Oriente, che innumerevoli registi di Hollywood e di Bollywood hanno utilizzato come sfondo nei loro films.
Eppure, oggi, i venditori ambulanti nelle grandi città (Es. Mumbai), vengono trattati male dalla popolazione. Peggio ancora, in taluni casi danno persino fastidio. La “Middle classe” delle casalinghe mercanteggiano spudoratamente con gli ambulanti per ottenere da loro uno sconto del valore di poche frazioni di rupia. Le stesse donne poi quando vanno in passeggiata nei centri commerciali o nei supermercati, dove si paga il doppio del prezzo rispetto ai poveri ambulanti, non battono ciglio.
Ci dispiace per queste povere persone, quando si vede che la polizia ribalta senza pietà i loro carretti e la loro merce sul marciapiede. Chi di noi si prende la briga di intervenire al fine di aiutarli?
Noi non dobbiamo mai smettere di pensare che loro sono persone vere, reali che hanno il diritto di esistere come esistono i banchieri, gli insegnanti o gli avvocati e gli impiegati.
La classe sociale medio-alta indiana ama la comodità di avere venditori ambulanti che offrono frutta fresca, verdura ma anche pane e pesce vicino alla loro porta di casa, ma nello stesso tempo non li vuole alla portata di vista perché fanno disordine.
Mi ha commosso vedere la polizia multare un bambino a Calcutta che vendeva “puri”. Allo stesso modo, mi commuovono i venditori di ghiaccio, e tutti gli innumerevoli altri venditori che con i loro umili carretti e il loro lavoro hanno nel passato impresso nella mia mente ricordi indimenticabili. Essi sono poveri e malconci. Vengono dalle campane del Bihar, dell’Orissa, dell’Uttar Pradesh, del Bengala. Dormono nelle baraccopoli –slums- oppure sui marciapiedi della città. Spesso lasciano le loro famiglie nei villaggi di origine.
Ancora oggi, i venditori ambulanti non solo contribuiscono in maniera significativa all'economia del paese, ma più della metà della popolazione urbana dipende da loro. I venditori ambulanti sono sia maschi che donne e si trovano in tutta l’India.
Il numero di donne venditrici tende a diminuire nel nord del paese, così come nelle grandi città.
In Meghalaya, per esempio, le donne costituiscono circa il 70% dei fornitori, mentre in Kanpur sono circa il 20%. In India, circa il 17% dei venditori sono di sesso femminile, nel 21% e il Patna a Bangalore, il 44%. Le donne venditrici devono anche affrontare l’ulteriore problema di essere sottoposte a molestie sessuali da parte della polizia locale.
Il loro livello di alfabetizzazione è statisticamente basso, poiché iniziano a lavorare molto giovani.
Recentemente, a Kolkata, ho incontrato Laloobhai, un venditore proveniente dall’ Uttar Pradesh.
Egli vive in una baraccopoli, e condivide la camera con altri dieci uomini dal suo villaggio. Sono arrivati uno dopo l’altro, per mancanza di lavoro nel loro paese. "Non è possibile portare le nostre famiglie qui. La vita in città è così costosa che non possiamo permetterci di nutrirla. Siamo riusciti a spendere il meno possibile e così abbiamo inviato un po’ di soldi a casa in modo che la famiglia possa nutrirsi. Talvolta la polizia distrugge tutto ciò che essi hanno. “Siamo poveri, possiamo discutere con un poliziotto? "
In tutto il mondo, i venditori ambulanti sono schiacciati dalla burocrazia del mercato. Le attività economiche informali di vendita al dettaglio fatte per strada da gente povera, vengono dichiarate illegali mentre i negozi che sono più facilmente controllabili dalla burocrazia, vengono dichiarati legali.
Gli urbanisti ed economisti indiani si sforzano di scimmiottare l'Occidente.
Così, i venditori ambulanti, oggi, fanno parte dell' "infame" economia nascosta. Essi non hanno alcun peso in una moderna economia di mercato. Le autorità indiane ignorano che diversamente da quanto avviene in Occidente, queste persone non dispongono di alcuna rete di protezione sociale.
Inoltre, va considerato che la maggior parte dei venditori ambulanti vende oggetti prodotti da artigiani o piccole industrie. Pertanto, essi contribuiscono all'economia in un modo enorme che porta verso il basso il numero dei disoccupati nel paese.
In India, soprattutto nelle grandi città, con l'avanzare della moderna distribuzione al dettaglio dei grandi magazzini e dei centri commerciali - molti venditori di strada dovranno andarsene. Tuttavia, ma maggior parte delle persone preferisce acquistare la verdura fresche dagli ambulanti piuttosto che al supermercato. Diverso è nella maggior parte degli Stati del Sud dell’India, dove i venditori di strada continuano la loro attività anche se le normative locali cercano di vietare o limitare.
Circa 10 milioni di venditori ambulanti sono minacciati da una serie di problemi. Il più grande è l’elevato canone di locazione, che li rendono vulnerabili ma anche le tasse che devono pagare che rappresenta circa il 20% dei loro bassi guadagni. Un altro problema è ottenere il rilascio della licenza che è obbligatoria.
Le leggi esistenti a sostegno dei diritti dei venditori ambulanti sono assai deboli.
Le molestie che gli ambulanti subiscono dalle varie autorità e lo sfruttamento e le tasse che devono versare li porta alla miseria. Regolarizzare le loro attività sarebbe la soluzione migliore.
Attivisti ricordano che le leggi per i diritti dei venditori ambulanti e il modo in cui sono interpretate, rendono difficile e spesso impossibile la loro attuazione. La politica nazionale di regolamentare gli ambulanti è stato adottato dal governo indiano il 20 gennaio 2004, ma sono ancora molti gli Stati ad attuare una politica locale.
Non vi è alcun tipo di sicurezza sociale per i venditori ambulanti. Né, ovviamente, hanno altre possibilità come le pensioni, la invalidità, la disoccupazione o le vacanze. Se loro non possono lavorare, essi non ricevono alcun reddito. Essi non hanno tutela sociale come il congedo per maternità, infortunio, malattia ecc.
Eppure gli ambulanti, con i loro bassi prezzi sono un aiuto per la povera gente che non può acquistare diversamente.
L’innegabile complessità del problema e la diversità di vita dalle grandi città ai villaggi, sembra insormontabile.
Occorre che le parti sociali dialoghino tra di loro e disciplinino l’attività degli ambulanti in modo diverso in modo da risolvere il problema in modo giusto, equo e reciprocamente sostenibile.
In caso contrario si continuerà ad emarginare gli ambulanti e a perseguitarli con la conseguenza di violenti scontri e demagogia, come è la prassi attuale.


Estratto e tradotto da : InfoChange News & Features, aprile 2009

 

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