16/01/2009
Oltre 5mila persone, soprattutto Dalit, debbono sgombrare entro oggi le loro baracche dagli slums di Howrah (Bengala occidentale), dove abitano da circa un secolo facendo “lavori” occasionali. L’80% sono “spazzini”, cercano tra i rifiuti per recuperare metalli e altre cose riciclabili, altri conducono risciò e qualcuno lavora a giornata.
Kirity Roy, segretario di un gruppo a favore dei diritti umani, commenta ad AsiaNews che “in questo modo oltre 5mila persone resteranno senzatetto, i bulldozer demoliranno le loro case. E’ una grossolana violazione dei diritti fondamentali dei più trascurati tra i nostri cittadini”.
“Questa gente abita qui da un secolo, sono tutti cittadini indiani con regolari documenti, circa 650 famiglie. Ma hanno ricevuto notizia di questa evizione solo 2 giorni prima, con un altoparlante. Nessuno li ha avvertiti prima” della decisione del tribunale, sebbene “il giudizio sia rimasto pendente per 6 anni, dal 2002”.
Kirity Roy ricorda che “nessuno può essere cacciato dalla casa che possiede se non ha l’occasione di essere ascoltato, ma queste 5mila persone non sono state nemmeno considerate parti del giudizio. Sono Dalit e poveri e verranno cacciati all’aperto in inverno, verso un destino incerto.... Nessuno dice dove possono andare”.
Le autorità promettono che sul terreno sorgeranno opere pubbliche. Ma Kirity è amaro. Ricorda che “già il 2 febbraio 2003 a Belilious Park, sempre a Howrah, sono state cacciate di casa 7mila persone, tutti Dalit e poveri. Al posto della baraccopoli, ora sorge un edificio con molti negozi, che ha portato un grande guadagno a una società multinazionale”.
Estratto da www.asianews.it