04/03/2008
Padre S Nithiya, segretario esecutivo della Commissione nazionale giustizia, pace e sviluppo della Conferenza episcopale indiana, commenta la previsione di spesa statale, presentata il 29 febbraio dal ministro alle Finanze P. Chidambaram.
Un bilancio che prevede qualche beneficio per ogni settore della società. Tra l’altro, saranno cancellati i debiti contratti dai piccoli agricoltori (chi ha meno di due ettari di terra) entro il 31 marzo 2007, per un impegno di 600 miliardi di rupie (15 miliardi di dollari).
Per aiutare davvero i contadini occorre invece intervenire sulle cause che li riducono in miseria, quali l’alto prezzo dei fertilizzanti e la mancanza di acqua potabile e per irrigazione. “Parlare dei prestiti – prosegue il sacerdote - serve solo per spostare la responsabilità della tremenda situazione dei contadini e per evitare la difficile questione del perché tanti di loro si siano spinti al suicidio. “Le riforme economiche hanno esposto i contadini indiani alla competizione globale e hanno dato loro accesso alla promettente e costosa biotecnologia, ma non hanno anche portato migliori prezzi per i prodotti, migliori finanziamenti, irrigazione o assicurazione contro animali nocivi e maltempo”: obiettivi che deve conseguire un’effettiva politica per lo sviluppo dei rurali.
I contadini scontano anche le conseguenze di una politica che ha favorito le grandi ditte industriali ma anche causato un grave inquinamento, specie dei fiumi. “Ora in molte zone agricole non c’è acqua potabile e anche i pozzi sono secchi” e “sempre più i poveri muoiono di fame”. “La globalizzazione, le politiche dell’Organizzazione mondiale del commercio hanno avuto un effetto devastante sui contadini”, che hanno solo la loro terra per sostenere le proprie famiglie. “E’ anche necessario aumentare l’assistenza sanitaria per i poveri e i rurali, ma ora in molte zone agricole mancano persino i centri sanitari e non è raro che il malato muoia prima di arrivare in ospedale”.
Estratto da : www.asianews.it