29/11/2014
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - Incentivi speciali alle famiglie che mettono al mondo e crescono una bambina, per combattere gli aborti selettivi e gli infanticidi femminili. È uno dei suggerimenti dati ai governi degli Stati indiani e contenuti in un'ingiunzione della Corte suprema del Paese, che ieri si è pronunciata in merito a una causa di pubblico interesse (Public Interest Litigation, Pil) aperta nel 2006 dalla Voluntary Health Association. Il procedimento è partito dopo il ritrovamento di 15 feti di bambine in un pozzo vicino a una clinica privata nello Stato del Punjab.
"La popolazione - hanno sottolineato i giudici - deve sapere che lo Stato si prenderà cura anche delle bambine. Una bambina ha diritto a vivere tanto quanto un figlio maschio e gli Stati devono fare ogni cosa è in loro potere per diffondere questa consapevolezza tra le famiglie".
Esprimendo poi una "seria preoccupazione" per la distorta sex ratio (rapporto tra numero di nascite femminili e maschili) che si registra nel Paese, la Corte suprema ha detto che il fallimento dei governi centrale e statali nel tenere sotto controllo ospedali e centri diagnostici è una delle ragioni per cui "i feticidi femminili sono ancora così diffusi".
In India è in vigore il Pre-Conception and Pre-Natal Diagnostic Techniques (Prohibition of Sex Selection) Act 1994, legge che rende illegale l'uso di particolari esami per determinare il sesso del feto. Chi viola il decreto rischia da 6 mesi a 5 anni di carcere, oltre a una multa e la sospensione (o cancellazione) della licenza. Tuttavia, la norma è ampiamente disattesa da medici conniventi e da coppie che vogliono avere un figlio maschio.
Aborti selettivi e feticidi femminili in India sono il tragico risultato di una mentalità patriarcale e di una cultura arcaica ancora diffuse, in base alle quali si preferisce il figlio maschio alla femmina. Questo, unito al tradizionale sistema della dote, si riflette sullo stato e sul ruolo della donna nella società, e fa sì che le bambine siano viste come un "peso" economico.
La Corte suprema ha inoltre formato un comitato che dovrà verificare gli ultimi dati relativi alla sex ratio. I primi Stati a dover consegnare le proprie statistiche (entro il 10 dicembre 2014) sono Uttar Pradesh, Haryana e Delhi. Ci sarebbero "seri dubbi", hanno spiegato i giudici, in merito ai dati forniti da questi tre governi.
L'esecutivo dell'Uttar Pradesh, per esempio, avrebbe registrato 919 femmine ogni 1.000 maschi. In alcuni distretti però (Agra, Mathura, Firozabad e Aligarh) il numero scende in modo drastico a 800-850 femmine ogni 1.000 maschi.
Fonte: www.Asianews.it