10/03/2010
Oltre 4mila fedeli hanno partecipato ai due giorni di festa degli indiani Tamil per S. Antonio il 27 febbraio a Katchadeevu, una piccola isola a 24 chilometri da Rameshwaram e a 70 da Jaffna, nel mezzo dello stretto che divide India e Sri Lanka. Oltre 100 imbarcazioni hanno portato i pellegrini sull’isola, scortati dalla marina dell’India, e poi da quella dello Sri Lanka.
All’arrivo dei pellegrini indiani, è stata issata la bandiera di S. Antonio. La sera è stata celebrata la messa e la chiesa e il piazzale circostante non sono stati sufficienti per accogliere gli oltre 4mila fedeli.. I fedeli hanno passato la notte sull’isola e si sono alzati presto la mattina dopo. Intorno alle ore 10 i pellegrini hanno preso la via del ritorno.
Il padre gesuita Jebamalai Raja, ha spiegato ad AsiaNews “la gioia spirituale che è diffusa tra i pellegrini di India e Sri Lanka a Katchadeevu, dove Tamil dei due Paesi testimoniano la reciproca solidarietà, specie tra i pescatori. La gente si è portata dietro il pasto e lo ha diviso con gli altri, in spirito di fraternità, come le prime comunità cristiane”.
L’isola Katchadeevu, è stata ceduta dall’India allo Sri Lanka con l’accordo sulla definizione dei confini marittimi del 1974. L’accordo prevede il diritto dei pescatori indiani di pescare nella zona e quello di pellegrini indiani di visitare la chiesa di S. Antonio senza bisogno di alcun visto o permesso dello Sri Lanka.
Ma padre Jebamalai spiega che “per varie ragioni, ai pescatori indiani non è permesso di pescare a Katchadeevu. Nel passato, chi lo ha fatto è stato percosso, insultato, anche ucciso e le barche distrutte dalla marina cingalese”.
La festa di S. Antonio è invece rimasta “un gesto di pace”. Infatti, “dopo 27 anni, quest’anno il governo di Colombo ha dato il permesso ufficiale ai pellegrini di celebrare la festa, dove si rincontrano i pescatori dei due Paesi e si rinsaldano i legami tra i Tamil dei due Stati, condividono speranze, aspirazioni e progetti”.
Estratto da : www.Asianews.it